
Sfruttavano al nero operai moldavi. Condannati imprenditori
di Benedetta Aledda
su Liberazione del 19/12/2008
Due imprenditori italiani sono stati condannati dal Tribunale collegiale di Bologna per aver sfruttato il lavoro di operai moldavi impiegati in nero. A denunciarli, nel marzo del 2006, erano stati 14 lavoratori, 12 dei quali, nel settembre 2007, ottennero, per questa ragione, il permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale, in base all'articolo 18 del Testo unico sull'immigrazione. Agli operai moldavi la denuncia è valsa inizialmente un permesso di soggiorno per motivi di giustizia: un documento che non consente di lavorare. In 12 hanno resistito per un lungo anno e mezzo; gli altri 2, nel frattempo, sono tornati nel paese d'origine.
Francesco Calvo e Giovanni Minà, il titolare della ditta Edilcavo e il suo braccio destro, entrambi originari di Crotone, sono stati condannati rispettivamente a 2 anni e a 1 anno e 6 mesi per favoreggiamento della permanenza di lavoratori stranieri irregolari per ottenere un ingiusto profitto da manodopera in nero, quindi sfruttabile a basso costo. Secondo il titolare dell'inchiesta, il pm Valter Giovannini, i due reclutavano gli operai tramite annunci, promettendo un'assunzione e il permesso di soggiorno; in realtà li facevano lavorare in nero, li sottopagavano e, dopo essersi fatti consegnare il passaporto, pretendevano il versamento di 2mila euro. Per pagare questa cifra, alcuni si erano anche indebitati.
Ad ascoltare la sentenza c'erano i lavoratori che, grazie al documento di soggiorno ottenuto poco più di un anno fa, hanno potuto uscire dal sommerso. Sono rimasti tutti ad abitare in Emilia-Romagna. «Erano contenti», racconta Francesca Archetti, l'avvocato che li ha seguiti in questi anni. «Ora hanno tutti contratti regolari: chi come operaio, chi come autista; uno ha aperto la partita Iva», racconta l'avvocato. «Essere in regola è già tanto e di sicuro non si risparmiano il lavoro», aggiunge. Oltre alla reclusione con sospensione condizionale, visto che sono entrambi incensurati, i due imprenditori sono stati condannati a pagare una multa. «La quantificazione dei danni per le persone offese è stata rimessa in sede civile» spiega la legale degli operai. «E' stata data una provvisionale di 2mila euro a testa» aggiunge. Non si sa, però quando e se riceveranno questi soldi, visto che si deve attendere che gli ex datori di lavoro risarciscano il danno.
A consegnare il permesso per motivi di protezione sociale ai 12 lavoratori moldavi, il 25 settembre 2007, furono il sindaco Sergio Cofferati (a lungo sollecitato dalla sinistra cittadina a occuparsi di lavoro nero) e l'allora questore di Bologna, Francesco Cirillo. Ad agosto il ministro dell'Interno Giuliano Amato aveva emanato una circolare che invitava ad estendere l'articolo 18 ai lavoratori stranieri che denunciano i propri sfruttatori. A quel punto, la Procura cittadina chiese che i permessi di soggiorno degli operai moldavi venissero trasformati in permessi per motivi sociali. Il questore Cirillo dette il via libera.
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