
«Si delegittima la Costituzione per crearne una parallela»
di Stefano Bocconetti
su Liberazione del 13/12/2008
Intervista a Stefano Rodotà Professore, giurista, politico
Dunque, in rapida successione, ecco cosa è accaduto: l'altro giorno Berlusconi ha detto di voler cambiare le leggi sulla giustizia, mettendo mano alla Costituzione. Ieri è arrivato lo stop di Napolitano («i principi della Carta sono fuori discussione») e, in chiusura la controreplica del premier: «Napolitano non ce l'aveva con me».
Che significa tutto questo? Siamo di fronte a quello che si può definire uno scontro istituzionale? Stefano Rodotà, 75 anni, un intera vita passata fra lo studio, la politica, i libri, l'insegnamento e l'impegno sociale, è uno dei massimi giuristi italiani. La domanda la rivolgiamo a lui.
Allora, professor Rodotà, siamo di fronte all'ennesimo scontro istituzionale? Magari una riproposizione di quelli avvenuti durante il precedente governo Berlusconi?
Se lo sia o no, io davvero non so rispondere. Ma sto parlando da un punto di vista strettamente tecnico. La verità però è molto più semplice ed è davanti agli occhi di tutti...
Quale sarebbe?
Quel che è evidente a tutti: c'è una sostanziale messa in discussione della nostra Costituzione. E Napolitano non ha fatto solo bene ma ha fatto benissimo ad intervenire. E' nei suoi poteri ed anche, aggiungo, nei suoi doveri intervenire ribadendo una cosa semplicissima: che la nostra Carta Costituzionale non è modificabile sul piano dei principi.
Eppure sui giornali, dopo la sortita del presidente del consiglio, c'è stato tutto un fiorire di pareri di costituzionalisti che spiegavano come e perché il premier avrebbe potuto dare corso al suo progetto. Sbagliano?
Non rispondo direttamente, perché non mi va di entrare in polemica. Dico però che che sul tema Costituzione si sentono tante inesattezze, tante sciocchezze. E, cosa ancora più grave, anche nel campo di chi si dovrebbe sentire impegnato a difendere la Costituzione. Ma lasciamo perdere...
Riformuliamo la domanda: ha qualche fondamento l'idea di Berlusconi di riformare la giustizia e di mettere mano, da questa via, alla Carta costituzionale?
Se ha un secondo le vorrei rispondere in modo dettagliato e più preciso possibile...
Naturalmente.
Un attimo che sto cercando fra le mie carte... Sì, eccola qua. C'è una sentenza della Corte Costituzionale - se vuole le dico che è la "1146" del 1988 - che non lascia possibilità di dubbi. Dice così: i principi superiori dell'ordinamento non possono essere sovvertiti o modificati nei loro contenuti nè da leggi, nè da leggi costituzionali. Più chiaro di così, non è possibile: i principi della nostra Carta fondamentale non possono essere cambiati. Neanche da una legge costituzionale. E guarda un po' qui...
Cosa c'è? Cosa sta leggendo?
Notavo che il relatore in quell'occasione fu Antonio Baldassarre...
Il Presidente emerito della Corte che poi è stato nominato da Berlusconi presidente della Rai?
Si stiamo parlando di lui.
E allora perché Berlusconi, nonostante quella sentenza, ha fatto quell'uscita? Cos'è? L'ennesima gaffe?
Ripeto, quella sentenza ha stabilito un punto fermo. Però io sono anche convinto che una sentenza non è che può bloccare la storia, che tutto si ferma. C'è anche la volontà delle forze politiche, non possiamo far finta di nulla.
Non capisco bene dove voglia arrivare.
Dico solo che c'è una sentenza, chiarissima. Ma c'è anche qualcuno che può disinteressarsi a quella sentenza. Solo che a quel punto...
Già, cosa avverrebbe a quel punto?
Che ci sarebbe un cambio di regime. Si passerebbe da un regime che tutti definiamo costituzionale, ad un altro. Diverso.
Per capire: ci sarebbe tutto questo dietro l'affondo della destra sulla giustizia?
No, sbaglieremmo a restringere il campo. Io vedo che da molte parti si tenta di delegittimare la Costituzione. In diversi punti. E stiamo parlando esattamente di alcuni punti chiave, proprio dei principi di cui abbiamo discusso fino ad ora.
Per essere più chiari?
Per essere espliciti, penso al principio dell'uguaglianza che viene umiliato davanti a certi provvedimenti sui migranti. Penso al principio della centralità del lavoro che viene affossato da tanti provvedimenti. E penso a ciò che sta avvenendo in quel che chiamiamo temi eticamente sensibili...
Perché in questa materia cosa sta accadendo?
Che si sta imponendo una sorta di Costituzione parallela.
Il risultato?
E' che i valori contenuti in un testo che è stato legittimato democraticamente, come la nostra Costituzione, sembra che debbano cedere il posto ad altri valori. Che traggono la loro legittimazione solo dalle scelte del Vaticano. Pensa solo al documento presentato oggi (si riferisce al "Dignitas personae", il documento della Congregazione per la dottrina della fede: un lungo elenco di divieti, che spaziano dalla ricerca sulle cellule staminali e arrivano fino all'utilizzo della pillola del giorno dopo, ndr). Quelli sono i valori della Chiesa che è giusto che li esponga. E' giusto, insomma, che la Chiesa continui a fare la Chiesa. Ma non possono prevalere su quei valori costituzionali, che sono il risultato di lunghe procedure democratiche. Non deve avvenire.
home.rifondazione.it/xisttest/content/blogcategory/285/456/
new.rifondazione.it/wp/referendum2009/
home.rifondazione.it/xisttest/content/view/3831/424/